PIZ – VOLTI E LUOGHI DELLE GUIDE ALPINE DELLA VALMALENCO

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In una quotidianità sempre più digitale, connessa e convulsa, come quella attuale è ancora possibile decidere, con passione e sacrificio, di vivere scegliendo la montagna, scegliendo la libertà? Il libro “Piz. Volti e luoghi delle Guide Alpine della Valmalenco” nasce proprio da questo obiettivo. Ne parliamo con l’autore, il rescaldese Giovanni Scognamiglio.

Giovanni, perché un libro sulle Guide malenche?

L’idea nacque nel 2017, durante una salita alla Via Normale del Pizzo Bernina. La Guida Alpina a cui ero legato, Giuseppe Della Rodolfa, mi raccontò l’aneddoto della salita al Canalone Folatti, un’impresa compiuta nel 1933 da una cordata capeggiata dalla mitica Guida malenca Cesare “Piz” Folatti. Quell’aneddoto mixato all’amore verso una valle che frequento da 38 anni, e che ho girato in lungo e in largo come escursionista, alpinista e sciatore, ha portato alla decisione di realizzare questo volume. Senza dimenticare una genuina fascinazione verso il mestiere di Guida, in particolare per la possibilità di realizzare i sogni dei propri clienti e per la somiglianza con i nativi americani per il silenzio del passo, l’istinto nel trovare la via, la comunione con la natura.

Il Canalone Folatti

E poi c’è una causa locale da sostenere…

Corretto. I proventi della vendita dell’opera sono interamente devoluti all’Associazione “Per Bianco…e chi come lui”, fondata dalla Guida Alpina Giancarlo Lenatti, che ha l’obiettivo di aiutare i bambini affetti da malattie rare, e le loro famiglie, attraverso campagne di raccolte fondi volti a migliorare le cure e le strutture di assistenza pubblica, in particolare in Valtellina.

Giancarlo “Bianco” Lenatti

Come è strutturato il libro?

L’opera è una raccolta di interviste delle Guide Alpine attuali accompagnate da descrizioni realizzate sulla base delle emozioni e suggestioni originatemi da ogni incontro. In sintesi, ho attinto dall’esperienza diretta e dalla viva voce dei professionisti attualmente attivi in Valmalenco, nelle quali rivivono la tradizione ultracentenaria e le figure storiche della scuola alpinistica malenca. Ne è nato un viaggio che affronta l’evoluzione della professione e, più in generale, del turismo d’alta quota, in Italia e a livello internazionale, cercando di fornire spunti e chiavi di lettura per i giovani desiderosi di intraprendere questo antico mestiere.

Cesare Folatti

In base alle esperienze degli intervistati, è ancora possibile vivere facendo la Guida?

Si, ma occorre promuoversi, andare a prendersi i clienti e in questo i nuovi strumenti di comunicazione aiutano. Soprattutto in Valli come Valmalenco che non godono della fama di luoghi come Courmayeur e Cervinia. Occorre, inoltre, aver ben presenti i sacrifici economici, tecnici e di tempo legati a corsi sempre più intensi e selettivi. Per questo, citando la Guida malenca Paolo Masa, possiamo forse parlare del “Part- time più bello del mondo”, un concetto che lascia intendere la necessità di legare questa professione a un’altra attività lavorativa.

Paolo Masa

Non a caso, alcune Guide sono anche gestori di rifugi. Hai avuto modo di approfondire come sia cambiato il turismo in quota?

Si, e c’è una differenza sostanziale: una volta era normale condividere una tavolata e una camerata, oggi le persone chiedono più privacy ed è, per esempio, impensabile far dormire insieme una famiglia e un gruppo di alpinisti. Altro tema delicato è l’assenza di rete telefonica e wi-fi, spesso vissuta dai clienti come una lacuna, mentre può essere un’occasione per dedicarsi ai rapporti umani.

Giuseppe Della Rodolfa

Spesso in città si sente dire “Lascio tutto e vado a gestire un rifugio”. Dimenticando, forse, la complessità del ruolo…

È proprio così, l’esperienza del rifugista è fantastica, ma le giornate iniziano ben prima dell’alba e terminano a tarda sera. Quanto alle competenze occorre essere dei veri e propri factotum: imprenditore, manager della logistica, elettricista, idraulico, responsabile del rapporto con il personale, con i fornitori e con la clientela. Senza dimenticare la comunicazione sia per quanto riguarda le informazioni di servizio, relative al periodo di apertura e alle condizioni dei sentieri, sia per la promozione degli eventi.

Giovanni Scognamiglio

Concludiamo con qualche aneddoto…

 Ce ne sono un’infinità ed è dura fare una selezione. Direi Giancarlo “Bianco” Lenatti che riceve i complimenti di Sandro Pertini, grande appassionato di montagna, per l’incredibile discesa con gli sci dalla parete nord del Disgrazia, Maurizio Folini e l’elisoccorso più alto di sempre, a 7.800 metri sulla parete sud dell’Everest, e la nascita del Sassismo descritta, con il suo stile inconfondibile, da Paolo Masa, uno dei fondatori di quel movimento rivoluzionario nella storia dell’alpinismo.

Grazie.

Grazie a voi per l’opportunità e complimenti per il vostro progetto e per il bellissimo sito.

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