ALCUNE IDEE

Dagua e Gianni non sono i nomi di due promessi sposi, ma due piccoli borghetti abbandonati che soffrono di solitudine, visto che rimangono fuori dai cosiddetti sentieri battuti. E così solo i locals si avventurano di tanto in tanto sui sentieri della Val Dagua che li raggiungono, ed è un vero peccato visto l’alto interesse dal punto di vista etnografico che ricoprono.
Visitare questi borghi, stando attenti che non ci caschi qualche pioda sulla testa, è un vero e proprio viaggio nel tempo. Sbirciare nelle case abbandonate ci fa entrare in un altro mondo, dove le comodità erano poche, ma dove non esistevano alcuni malanni tipici del mondo moderno.
Vecchi scarponi, antichi attrezzi, le stalle al piano terra, i fienili diroccati ci riportano una vita lenta ma laboriosa, le case una attaccata all’altra ci rimandano un senso di comunità che non esiste più e che ci lascia un po’ di malinconia.
Per superarla, continuiamo la nostra passeggiata fino alla Motta di Caspoggio, in località Sasso (nomen omen) dove lo sguardo si apre ampio sulla Valmalenco e torniamo in un attimo alla civiltà, senza però aver la fretta di tornarci così velocemente.